venerdì 26 marzo 2010


Elezione Regionali del 28 e 29 Marzo 2010
Oggi finisce la campagna elettorale per le prossime regionali e molti amici Repubblicani, non avendo il simbolo dell’Edera sulla scheda elettorale mi chiedono cosa votare.
Già alle Regionali del 2005 il nostro simbolo non era presente, ma accordi politici locali ci avevano fatto sentire parte integrante della coalizione e abbiamo, così, partecipato alla competizione elettorale contribuendo con il nostro voto e con il nostro appoggio.
E’ sicuro, che anche in questa tornata, i Repubblicani sapranno sicuramente cosa e come votare; certo la mia risposta non sarà quella che li farà cambiare idea.
Ancora adesso, infatti, non so se non andare a votare, o se andando, votare scheda bianca.
E’ la prima volta dalla mia maggiore età che, qualunque sia la decisione presa, non darò una preferenza ad un partito o ad una coalizione.
Le ragioni di mia tale decisione sono fondamentalmente due:
1) in generale tutta la legge elettorale così come è stata formulata, con l’accordo sia della maggioranza (PD) che della minoranza (PDL), penalizza fortemente i partiti minori che si devono comunque appoggiare ai “grandi” ed il Partito Repubblicano Italiano, fortunatamente, non è mai stato vassallo di altri;
2) il numero delle firme richieste per la presentazione della lista, infatti, è troppo alto (più di mille a provincia) e questo esclude, nuovamente e senza ombra di dubbio, i partiti minori come il nostro, pur avendo rappresentanza in Parlamento e pur essendo presenti sul territorio nazionale nelle varie istituzioni (anche nel caso in cui il PRI si volesse presentare da solo).
Il Partito Repubblicano della Toscana ha cercato in tutti i modi e con un grande sforzo, appellandosi addirittura all’emendamento “truffa” sulla legge elettorale, di presentarsi in questa tornata, purtroppo non è riuscito a raccogliere in almeno sei province (numero minimo per presentarsi) le firme richieste; ad esempio gli amici Radicali con un loro candidato a Presidente della Regione, pur avendo una percentuale di consensi maggiore della nostra, si presenteranno solo in sei province (e questo fa capire quanto sia difficile).
C’è da dire, inoltre, che prima del voto si sa già quale sarà (all’80%) la composizione del prossimo Consiglio regionale perché tutto è deciso a tavolino dalle segreterie dei partiti, e, quindi, per il cittadino la scelta si basa solo su quale schieramento porre la propria “fiducia” e non sugli uomini.
Per assurdo, sapendo già chi vince e chi, non scommettendo ancora una volta sulla Toscana, perde, ciò fa si che per “i non schierati” è ininfluente andare ad esprimere il proprio voto (e non la propria preferenza).
Posso capire che tale modello elettorale (cioè non inserire le preferenze) sia adeguato nelle Regioni in cui il voto di scambio (leggi sempre preferenze) è soggetto a pressioni al di fuori della legalità, ma in Toscana questa ratio non è “passabile”, quindi si desume che è stata pensata, sempre con l’appoggio della minoranza, per “avere tutto sotto controllo”.
Questo è un altro motivo che mi allontana dal voto: come cittadino è il motivo principale, come militante può sembrare che passi in secondo piano, ma in questa logica anche all’interno dei partiti si avrà un appiattimento totale perché il politico si staccherà sempre di più dal proprio elettorato.
Vi sembra che in Italia ci sia una campagna elettorale?
Avete visto in faccia i vostri candidati?
Solo ed esclusivamente il partito a livello centrale avranno l’obbligo di fare politica, mentre la base dovrà solo cercare di vivacchiare; ed anche qui i piccoli partiti, che hanno sempre preso consensi confrontandosi con la base o come il PRI tramite l’associazionismo, sono ancora una volta penalizzati perché hanno poco spazio nei media.
In molti Consigli comunali, a riprova, dove la legge elettorale prevede le preferenze sono presenti questi partiti perché il cittadino sa ancora ascoltare e valutare e quando è dentro la cabina elettorale, se Dio vuole, fa sempre come vuole.

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